Coworking e lusso? Si, è possibile
Se pensate che la sharing economy venga utilizzata unicamente da chi è costretto a modificare le proprie abitudini di consumo per ridurre le spese, non è sempre così. L’economia della condivisione non è solo una delle risposte più efficaci alla crisi. Ma si tratta di un nuovo modo di vivere e lavorare, che facilita scambi professionali, creativi e culturali fra tutti. Indipendentemente dal tenore di vita di chi ne usufruisce. Tanto è vero che negli Stati Uniti, la sharing economy diventa di lusso. In che modo? Nascono i coworking per le celebrità.
Spring Place: il polo delle celebrità
Spring Place a New York è uno spazio condiviso esclusivo, una sorta di club privato, di polo creativo per celebrità. È riservato ad alte personalità dell’arte, del design, ma anche ad imprenditori della moda e del cinema, come lo stilista Maxwell Osborne o gli attori Adrian Brody e Leonardo Di Caprio. Attivo da giugno 2016 nel quartiere di Tribeca, il coworking dello sfarzo si sviluppa grazie ai due imprenditori italiani Francesco Costa e Alessandro Cajrati Crivelli. I due, sono stati mossi dalla considerazione che negli USA il 40% della popolazione non utilizza più il tradizionale ufficio ormai obsoleto, trattandosi di free lance o mini strutture di due/tre persone.
Ma cosa spinge personaggi di questo calibro a frequentare un coworking?
Spring Place è la risposta di lusso alla domanda di spazi di lavoro da parte di benestanti ed alti ranghi di New york. È un luogo dove lusso ed esclusività si svecchiano e cercano di incorporare il nuovo. Uno spazio condiviso dove vanno a braccetto coworking e lusso. Dove lavorare, organizzare eventi mondani, sfilate, set fotografici, convocare meeting e fare network. Perché anche le celebrità possono avere bisogno di spazi condivisi, dove sviluppare la propria creatività.
Insomma, un anche le star per sentirsi più cool stanno adottando pian piano nuovi approcci al lavoro.
Serena